Primo giorno di scuola: cattedre vuote, disabili senza il “sostegno” e il peluche resta a casa
Dai 2,2 milioni di banchi monoposto ancora da consegnare alle
60mila cattedre non assegnate, ai 70mila alunni con disabilità che non avranno
più il docente di sostegno che li seguiva l'anno scorso, i nodi da sciogliere
sono più di uno
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Le ha definite “piccole criticità”, la ministra Lucia
Azzolina, ma la non apertura della metà delle scuole del Paese e tutto il
resto, forse sono qualcosa di più. Secondo il dato ufficiale del ministero
dell’Istruzione, la campanella è suonata per 5,6 milioni di studenti su
8,3, visto che sette regioni avevano già avvisato di non poter
avviare l’anno.
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Sette Regioni non aprono
Dal Friuli alla Campania, Abruzzo,
Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna (quasi tutto il Sud) i ragazzi
se ne stanno a casa ancora una settimana.
E ai posticipi ufficiali, si aggiungono la città
della Spezia e diversi centri del Ponente in Liguria, un
terzo delle scuole del Lazio (tutta Viterbo), primarie e medie
della Sicilia. Se ne riparla dopo il referendum nazionale il 24 settembre.
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Pochi problemi risolti
Dopo cento giorni di lockdown per la scuola nell’anno del
Covid, si arriva comunque al 14 settembre 2020 con pochi problemi
risolti e ancora tante criticità: mancano banchi, supplenti e
mascherine. Una sfida complicata, conferma Franco Locatelli,
presidente del Consiglio superiore di sanità, ma sulla quale assicura
che «non si apre per richiudere».
Da sapere che ogni scuola, grazie all’autonomia che
le è riconosciuta, potrà adattare le regole alla sua situazione, quindi il
primo consiglio è di consultare oltre alla chat di classe, anche il registro
elettronico e il sito della scuola per controllare le indicazioni e le
circolari.
Mancano banchi e mascherine
Una partenza in salita, a causa anche, come confessa lo
stesso Arcuri, del ritardo del bando “monobanco” che sarebbe dovuto
partire in tarda primavera anziché il 21 luglio. Secondo la Cgil i banchi
fin qui consegnati sono duecentomila, il 5 per cento del totale.
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La stessa questione – partenza in ritardo e senza
programmazione – riguarda le mascherine chirurgiche per docenti e
alunni. Ne sono state distribuite 94 milioni di mascherine. Ne
avevano annunciate 118 milioni e i presidi ne lamentano la mancanza.
La distribuzione andrà avanti almeno fino alla fine dell’anno e, oltre alle mascherine, il
Commissario per l’emergenza sottolinea che gli istituti hanno già a
disposizione anche 400mila litri di gel igienizzante.I supplenti solo in
autunno
Ci sono 250 mila cattedre di ruolo scoperte. Il
ministero ha provato a trasformare le Graduatorie d’istituto e a esaurimento
nelle Graduatorie online per le supplenze. Con numeri ciclopici –
753.750 candidati per 1,9 milioni di domande – partire il 6 agosto è stato un
azzardo. Ora si scoprono una valanga di errori e qualche falso (40 mila
domande congelate solo dopo un giorno) e uffici scolastici provinciali che non
riescono a chiudere il lavoro: a Torino, a Milano, a Brescia.
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170mila alunni disabili senza il “sostegno”
Sono 170 mila gli alunni con disabilità (il 59% del totale)
che all’apertura della scuola non avranno più il docente di sostegno
che li seguiva l’anno scorso.
In molti casi ne cambieranno nei prossimi mesi anche più di
uno. Secondo la Flc Cgil, i ragazzi con disabilità che non troveranno lo
stesso insegnante di sostegno saranno all’incirca due su tre.
In classe con le finestre aperte
Alberto Villani, presidente della Società Italiana di
Pediatria, ritiene che sia giusto riaprire, pur con tutti i problemi
ancora esistenti. Oltre alle necessarie mascherine, in alcune scuole si
farà lezione con le finestre aperte. E per ora che c’è ancora caldo tutto
va bene. Lo sappiamo tutti che le finestre aperte permettono il ricambio
d’aria, rappresentando un’alternativa alla mascherina. Ma fra un mese in
molte regioni farà freddo per avere le finestre aperte tutto il giorno. Anche
questo sarà un problema da risolvere.
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La febbre chi la misura?
Far misurare la temperatura dei bambini ai propri genitori è
una scelta ponderata del governo e del Cts. Del resto non ha senso mettere un bambino su un
autobus o in altri luoghi in cui potrebbe contagiare altre persone, ha ribadito
la ministra Azzolina. E se un bambino risulterà positivo, la Asl dovrà
fare i tamponi a tutta la classe, risponde.
Chi portali figlio a scuola
Per evitare assembramenti all’ingresso, sarà mamma o
papà a portare il figlio a scuola, non entrambi. Le nuove norme sulla
sicurezza, tendono a ridurre al minimo l’accesso a scuola dei genitori:
dai colloqui con i docenti ai consigli di classe e d’istituto, quest’anno quasi
tutti gli incontri avverranno in maniera virtuale, ovvero utilizzando una
piattaforma digitale.
L’unica eccezione ammessa è per i genitori dei bambini da 0-6
anni, che possono
accompagnare i figli dentro l’edificio – purché si mettano la
mascherina – e aiutarli a cambiarsi prima di entrare in classe.
Per quanto riguarda il peluche, è caldamente sconsigliato. Al nido o alla materna i bambini
dovrebbero utilizzare solo i giochi – lavabili – messi a disposizione
dalle
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